Vite d'uva sangiovese

Vini Colli d’Imola

Appagano il palato anche di palati più esperti come i sommelier e, la loro qualità, gli ha permesso di conquistare il titolo di vini D.O.C. I vini colli d’Imola, non temono il confronto con prodotti più blasonati e, anzi, spesso vengono scelti per la produzione di importanti etichette.

È nelle dolci colline del bolognese, nei comuni di Fontanelice, Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Imola, Dozza, Castel San Pietro Terme e Ozzano dellíEmilia, che questo vitigno è particolarmente presente. Affinché possano pregiarsi della denominazione di “vitigni colli d’Imola D.O.C”, devono possedere specifiche caratteristiche ben precise.

Requisiti organolettici, figli anche di un determinato metodo di produzione che affonda le sue radici in epoche molto antiche. Basti pensare, infatti, che la viticoltura nei colli imolesi risale già al 1300 quando, in queste terre, si produceva già l’albana ma anche altri bianchi come Trebbiano, Maligia, Garganega e Verdea. Per quanto riguarda le uve di colore nero, invece, si è purtroppo andata perduta la coltivazione di prodotti quali Grilla, Ziziga o Rubiola, Maiolo ad eccezione Lambrusca. È in epoche decisamente più recenti, ovvero nel XIX secolo, che si introducono filari di alcuni vitigni stranieri, con una preferenza per quelli francesi, come i Pinot, sia bianco che nero, ma anche Sauvignon e Cabernet Sauvignon che si affiancano, tanto nelle coltivazioni quanto nelle miscele, ai consolidati vitigni locali quali Albana, Trebbiano, Sangiovese e Negretto.

Menzione particolare merita il Sangiovese, vino rosso per autonomasia di queste terre. La leggenda, infatti, narra che il suo nome derivi dalla contrazione dell’ appellativo “Sanguis Jovisí” ovvero Sangue di Giove. Ciò che è certo, è che questo vino, robusto e pregiato, costituisce ancora oggi la gran parte del rinomato Chianti toscano.

A distanza di secoli, non ha perso il loro appeal così come la presenza sulle tavole, ben oltre i confini regionali. Quello prodotto nelle terre di Romagna, è asciutto e al tempo stesso fruttato al palato, ideale per accompagnare piatti di carne quali arrosti, affettati e carne alla griglia, che spesso trionfano sulle tavole romagnole.